Arrivano i cinesi e prima ancora gli americani, a quando la discesa dei marziani?
Nel mondo del calcio non sono
pochi coloro che invocano l'arrivo dei cinesi, pochi anni fa sono
sbarcati gli americani e il sogno nascosto rimane quello degli
sceicchi arabi. A
quando è attesa la discesa dei marziani?
E' curioso notare come l'ostracismo per la migrazione di popoli verso
aree geografiche più ricche e sicure non riguarda lo sport, e in
particolar modo il calcio, gioco nel quale la nazionalità di
provenienza sembra essere un aspetto secondario, superfluo e
ininfluente. Basta sostituire le parole flussi
migratori con
calcio
mercato e il gioco
è fatto. Per questo motivo abbiamo visto giocare calciatori di
colore nella nazionale svedese e tedesca e addirittura atleti slavi e
romeni osannati come idoli e quasi mai messi in discussione. Il
calcio è uno sport che divide in fazioni,
è vero, ma è anche in grado di affratellare gli animi più astiosi
ed irriducibili in cambio dell'emozione che procura una vittoria. Un
campione del calcio, quindi, per ogni tifoso è qualcosa di diverso
da un essere umano e assurge a livello di icona, quasi di un oggetto
sacro. Per arrivare a conquistare il diritto ad utilizzare le
prestazioni sportive di questi maghi dell'arte pedatoria (il
calciomercato, insomma), lo sappiamo tutti, non serve pregare questa
o quella divinità ma tirar fuori dal portafoglio della ottima valuta
contante. Anche i tifosi italiani, che fino ad una ventina di anni fa
regnavano incontrastati in questo mondo magico e a tratti surreale,
sanno che nessun imprenditore connazionale può e vuole intraprendere
utilizzando le società di calcio nostrane. La speranza più o meno
vana è che il gommone "Serie A" approdi vicino alle coste
di qualche Paese straniero con qualche ricchissimo individuo pronto a
scambiare le nostre società per un affare commerciale esattamente
come gli indigeni melanesiani o della Micronesia hanno dato origine
al "culto del cargo". Così, oggi, si benedice l'arrivo di
capitali (e uomini, non lo scordiamo) dagli USA,
dalla Cina
e dalle Economie emergenti. Probabilmente, questo sogno non resterà
inesaudito ma deve essere chiaro a tutti che è il segno evidente
della decadenza (prima) e del crollo (dopo) della nostra capacità di
creare profitto economico da uno spettacolo sportivo e della speranza
che altri riescano laddove noi abbiamo fallito. E a questo punto se,
dopo averli tanto invocati, gli stranieri acquisteranno il giocattolo
Calcio (mercato) di Serie A e riusciranno a guadagnar soldi
dall'affare avremo una lezione di vita non da poco. E saranno tutti
calci nostri… o quasi.